Uno sconosciuto viaggiatore

Per qualcuno finalmente ci siamo. Quello che stiamo vedendo, anche in questo preciso momento, è proprio quello che da anni aspettavamo di vedere... Peccato che non possiamo fare nient'altro che vedercelo sfuggire da sotto il naso. Di che cosa stiamo parlando? Forse del primo autentico UFO con cui l'umanità sia mai venuta a contatto.

 

Come vi aspettereste che sia un UFO?

Prima di decrivere più compiutamente l'oggetto dell'articolo, facciamo un piccolo esperimento. Chiediamoci come ci dovremmo aspettare che sia un UFO, una navicella proveniente da altri mondi. Quali caratteristiche dovrebbe avere?

Il quesito è fra quelli di difficile risoluzione. Potremmo però avvicinarci alla risposta, procedendo per esclusione. E chiedendoci, ad esempio, come ci potremmo aspettare che un UFO non sia? Ragionevolmente non dovremmo aspettarci che sia troppo piccolo. Un'astronave di 2-3 metri, ma anche di 10 o di 20, non potrebbe mai essere adeguata a un viaggio di decine di migliaia d'anni, come è quello che occorre per muoversi fra una stella e l'altra della nostra Galassia. Almeno per quanto ne sappiamo oggi di fisica e di biologia.

Piuttosto occorrerebbero grandi strutture per la produzione di energia e sostentamento degli esseri viventi. Costruite magari in orbita attorno a un pianeta, ma pur sempre strutturate con la capacità di ricavare energia di qualche forma (solare, nucleare, chimica?) e di utilizzarla per il sostentamento di organismi. Se, oltretutto, si concepisce un viaggio fra una stella e l'altra, allora occorre che la dimensione minima tenga anche conto della capacità non di sostenere un certo numero di viventi, ma una popolazione di viventi. Che è un concetto completamente differente. E che ha esigenze completamente differenti: non basta che tutti gli esseri viventi si possano sostentare, ma anche che ce ne siano un numero tale da non produrre una deriva genetica troppo penalizzante per la durata prevista del viaggio.

Senza scendere in ulteriori dettagli, del resto alla portata di chiunque voglia approfondire l'argomento, non si può non considerare che una nave per un viaggio interstellare deve avere principalmente una caratteristica: deve essere grande.

Quanto grande? Dipende dalla dimensione e dal conseguente metabolismo delle specie che deve trasportare. Possiamo tuttavia azzardare che si vada dalle centinaia di metri ai chilometri.

E che cosa è stato trovato, secondo le definizioni ufficiali:

"Un oggetto con una traiettoria che sicuramente pone la sua proveniza al di fuori del nostro sistema solare. Un oggetto le cui dimensioni dovrebbero essere attorno ai 400 metri di lunghezza e i 40 metri di larghezza."

Gli scienziati aggiungono inoltre:

"Oggetti di questa forma e dimensioni, non ne abbiamo mai visti: né fra gli asteroidi della fascia principale, né fra quelli della fascia di Kuiper, né fra le comete né fra qualsiasi altri tipo di oggetto che abbiamo fin qui incontrato."

 

L'UFO ha un nome. Anzi molti.

Un oggetto come questo ha posto da subito molti problemi. Il meno importante dei quali è stato il nome. Perché abbiamo convenzioni attestate per chiamare stelle, pianeti, asteroidi, comete, pulsar, e via discorrendo. Ma non avevamo ancora convenzioni per chiamare oggetti, la cui esistenza era comunque prevista dalla scienza, ma di cui non si era mai visto prima un esempio. Oggetti provenienti da altri sistemi solari o comunque dall'esterno del nostro.

Una sonda sorvola la Terra

Così è occorso che si incontrassero alla Unione Astronomica Internazionale (IAU) per definire la sigla appropriata: 1I/2017 U1 dove quell'iniziale 1I sta proprio per "il primo" della nuova classe identificata dalla lettera I. Che è l'iniziale della parola Interstellar.

Dal momento che la scoperta è avvenuta da parte dell'Istituto Hawaiano di astronomia, a loro è spettato anche il privilegio di dare un nome, sia pure un nome provvisorio, all'oggetto: 'Oumuamua. Dal nome di una divinità locale, che ha funzioni di Messaggero o di Esploratore. Questo nome, del resto, ha già cominciato a prendere piede, nelle varie testate giornalistico-scientifiche.

 

E se invece di un'astronave, fosse una nave?

A complicare il tutto, sono tuttavia arrivati, alla fine di novembre, ulteriori spunti e ulteriori chiavi di lettura. Innanzitutto il nome pare non sia quello appropriato. Quello appropriato dovrebbe essere, secondo questa corrente di pensiero: USS Eldridge.

Il 28 Ottobre del 1943, il cacciatorpediniere USS Eldridge, ormeggiato nel porto di Filadelfia, si sarebbe per qualche attimo smaterializzato per rimaterializzarsi in Virginia e per tornare di nuovo, dopo pochi minuti, a Filadelfia.

Ebbene, secondo questa versione, l'oggetto di questa forma così insolita non sarebbe altro che... l'USS Eldridge! Secondo le cronache questa nave sarebbe stata smantellata nel 1999, dopo essere stata ceduta, nel corso degli anni cinquanta, alla Grecia.

E se invece fosse che la "smateralizzazione" testata a suo tempo nel 1943, di fatto abbia avuto successo e da allora questo oggetto è stato "rimaterializzato" nello spazio, tanto da essere stato attratto nuovamente dal Sole ed essere posto in una traiettoria che lo porta oggi, di nuovo, a volare nello spazio, verso ignote destinazioni?

 

3 commenti

  1. Per chi ne sa di scienza le coincidenze non esistono. Se la nave americana si è materializzata sopra le nostre teste ci deve essere un motivo, solo che non ci raccontano tutta la verità.

  2. Sì ma ci sono studi sulla conflittualità? Una popolazione ai vertici della catena alimentare, messo di fronte a risorse limitate (cibo, richezza, SPAZIO) finisce per acuire la propria aggressività. Ce li immaginiamo secoli di convivenza in queste condizioni? A meno che...

    1. Grazie per il commento. Interessante lo spunto sulla conflittualità. La risposta a cui penso è duplice: da un lato stiamo formulando l'ipotesi di una specie di cui non conosciamo nulla, nemmeno le dimensioni. Quindi non sappiamo non dico quale tipo di aggressività possa esprimere (hanno un metabolismo come il nostro, che supporterebbe l'idea di una competizione per accaparrarsi il cibo e quindi, indirettamente, aggressività? Oppure hanno un metabolismo estremamente più lento, in cui l'aggressività sarebbe un ostacolo?). Ma non sappiamo nemmeno quali possano essere le dimensioni di questa specie. E quindi la limitatezza potrebbe essere tale solo se ce li immaginassimo alti da uno a due metri. Ma che ne sarebbe delle nostre stime se fossero alti centimetri o millimetri?
      Dall'altro lato, abbiamo già una possibile risposta: chi ci dice che il cosiddetto 'Oumuamua non sia altro che un'astronave vuota e disabitata da secoli in cui proprio questa conflittualità ha portato all'estinzione?

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