Nei mesi scorsi è stata (per poco tempo) alla ribalta dei mezzi di informazione, anche di quelli italiani, così poco avvezzi a parlare di scienza se non in modo sensazionalistico, una notizia riguardante “strani segnali” provenienti dal cosmo. Scorrendo gli articoli pubblicati, si potevano apprendere sostanzialmente due cose: la prima era che, a captare questi segnali era stato il famoso radiotelescopio di Arecibo (famoso, se non altro per aver inviato nel 1974 il controverso messaggio di Frank Drake verso l’ammasso globulare M13). L’altra informazione riguardava invece la stella da cui proveniva il segnale, vale a dire la stella Ross 128.
Ross 128
La stella «Ross 128» è una nana rossa con una massa pari al 15% della massa solare, distante 11 anni luce dal Sole. Deve il suo nome al fatto di essere stata scoperta nel 1925 da Frank Elmore Ross. È una stella con una luminosità bassissima, circa 30.000 volte meno luminosa del Sole e non è per questo visibile a occhio nudo. Eppure Ross 128 fa parte della ristretta cerchia delle 20 stelle più vicine al Sole. In particolare è all’undicesimo posto se ci riferiamo alla distanza dei sistemi binari di appartenenza oppure al quindicesimo se consideriamo le stelle prese singolarmente.
La descrizione ufficiale del fenomeno rilevato, prudentemente tecnica, è stata espressa in questi termini:
“The signals consisted of broadband quasi-periodic non-polarized pulses with very strong dispersion-like features.”
Detto in termini meno cauti: si tratta della esatta caratterizzazione che dovrebbe avere un segnale per essere distinguibile da una fonte naturale. Ovviamente: un segnale che sia anche connotato dalla capacità di trasmettere informazioni.
Dopo un inizio elettrizzante, la storia degli "strani segnali" ha però subito una netta battuta d'arresto. In una sola settimana dalla prima segnalazione si sono succeduti, a breve distanza di tempo
- l'attesa conferma del segnale da parte di altri osservatori;
- la doccia fredda relativa a un calcolo più esatto della provenienza del segnale.
La stella Ross 128, vista dalla terra, si trova esattamente all’equatore celeste, cioè sulla proiezione dell’equatore terrestre sulla volta del cielo. Per questa ragione il segnale captato veniva a trovarsi esattamente nell’unica posizione in cui possono essere posti in orbita i satelliti geostazionari. E l'entusiasmo degli astronomi si è subito smorzato.
Perché tanta cautela?
Per quale ragione quando sono stati individuati i segnali non si è gridato subito all'extraterrestre? Innanzitutto perché non era chiaro se si trattasse realmente di provenienza al di fuori (=extra) della Terra. Ciò che avevano in mente gli astronomi e che li spingeva a una tale prudenza, era un precedente analogo in cui, dopo una trionfale dichiarazione alla stampa da parte di astronomi australiani, il "segnale" intermittente captato si rivelò essere quello di un forno a microonde con cui forse si scaldavano una tazza di tisana durante le lunghe notti all'osservatorio...
Ma per la Ross 128 il rilevamento da parte di altri osservatori, spostava drasticamente la provenienza al di fuori del perimetro dell'osservatorio di Arecibo. Nello spazio, quindi. Ma, precisamente, dove?
Il problema è la direzione da cui proveniva il segnale non è un posto del cielo completamente vuoto. Al contrario, pare ci sia un gran traffico, da quelle parti. Per ragioni geometriche, i satelliti geostazionari possono trovarsi in orbita solo sopra all'equatore. E quindi di fatto si trovano esattamente nella zona "sopra la quale" si trova anche Ross 128.
Tutto spiegato, quindi?
“Una cosa non mi ha convinto nelle dichiarazioni del professor Abel Mendez e delle altre persone che se ne sono occupate, sostiene però Michael Arroyo, professore associato alla Universität Bremen di Brema (GUB). Ed è il fatto che ci si è occupati strenuamente della localizzazione del segnale, ma mai, dico mai, della sua interpretazione. Non è strano, questo? È come dire: non mi importa sapere che cosa mi viene detto, ma preferisco sapere da quale esatta direzione mi parlano...”
Della stessa opinione di Arroyo pare sia anche Adolphe N’Koulou della Universität Wien (UW), pure se su posizioni più sfumate.
“In effetti entrare nello specifico del segnale e tentare una sua iniziale decodifica non avrebbe distolto alcuna risorsa dal determinarne la posizione. Anzi: avrebbe forse aiutato, se caso, a capirne origine ed eventuale significato.”
Ma è di nuovo Arroyo, in una conferenza stampa di fine Giugno, che lancia un ulteriore affondo.
“Il fatto è che questi segnali non sono mai stati resi pubblici. Ammettiamo pure che provengano da un satellite geostazionario. Ma che cosa significano? Per quale ragione un satellite geostazionario dovrebbe diffondere segnali in una banda «normalmente non utilizzata dai satelliti», per citare la frase di Mendez? A noi paiono possibili molte ipotesi, ognuna delle quali meritevole di un approfondimento: potrebbe essere un segnale gestito da qualcuno per comunicare? Potrebbe essere che l’avanzatissima Artificial Intelligence che ormai gestisce questo genere di apparati stia comunicando verso noi umani o verso altre direzioni a nostra insaputa? Potrebbe persino essere che sia qualcosa che si trova vicino ai satelliti geostazionari, ma non essere nessuno di essi?”
Una fine così improvvisa di tutte le informazioni relative a questo strano segnale è apparsa comunque, ai più, un fatto degno di nota. Dopo l'estate 2017 nessuna notizia è più apparsa sui mezzi di comunicazione, a riguardo.
Ma davvero è stato tutto chiarito?
Basta cercare qua e là e troverete un sacco di informazioni su questa storia... Ci tengono nascosto tutto!!!1!!1!
Spegnete i cellulari e, se volete essere sicuri che non vi stiamo spiando anche nel sonno, dovete mettervi in cappellino ricoperto di alluminio.. altrimenti vi succhiano anche i pensieri e neanche ve ne accorgete!!!1!!!!!
Ti ringrazio per il tuo commento. Ho tratto spunto dalle tue considerazioni per scrivere questo articolo, dato che un solo commento mi sembrava inadeguato a rappresentare il mio pensiero.
Ciao Ciao , mi piace leggere tutti tuo article.
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